Stamattina, la vita, all'improvviso.
Abbiamo scritto di questo giorno,
ne abbiamo parlato al telefono,
abbiamo pregato che arrivasse
e poi sperato che non arrivasse più.
Stamattina, la vita, all'improvviso l’ho vista negli occhi spaventati della gente,
nelle mani strette tra loro nel tempo dell’attesa,
nelle guance sollevate dal sorriso sotto la mascherina.
E mi è parso che quest’alba,
silenziosa fuori ma urlante dentro,
parli del miracolo della nascita.
Dell’attesa per chi dovrà arrivare,
della paura paralizzante di non esserne capaci,
della consapevolezza di essere per sempre diversi.
E di non sapere da dove iniziare.
Nessun manuale ci spiega come si sta nella paura né come ci si rialza.
Se non passo dopo passo: gattonando, inciampando, reggendosi a qualcuno
per poi mantenersi finalmente in piedi.
Accettate l’inciampo, il labbro rotto, le ginocchia sbucciate.
È il prezzo doloroso della libertà.
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