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Procrastinare ai tempi del Covid-19


“Dopo lo faccio”

“Dopo lo chiamo”

“Domani ci penso”

Quante volte abbiamo detto queste frasi e quante volte probabilmente le diremo ancora.

La logica del procrastinare ha una funzione protettiva (e adattiva) molto elevata, perché ci permette di rimandare ciò che produce ansia in noi.

Spesso, invece, alla base c’è un eccesso di aspettative legate alla nostra performance che ci spingono a pensare al “dopo” come al momento migliore in cui la nostra mansione raggiungerà livelli di prestazione eccellenti.


“Procrastinare è l'arte di stare al passo con ciò che è successo ieri, per evitare il domani.”

Dyer

Al di là di tutti i significati individuali che questo assume per ciascuno di noi, ciò che è certo è che, con l’arrivo della pandemia, tutte le nostre priorità sono improvvisamente cambiate. Alcune cose hanno perso importanza, per altre invece non è più possibile aspettare.

E siamo stati messi di fronte ad una repentina consapevolezza: SIAMO NOI A STABILIRE LE NOSTRE PRIORITÀ.


“Prenditi tutto il tempo, ma non lasciare che il tempo si prenda tutto.”

Gramellini


Questo chiama in causa anche un'altra tendenza dell’essere umano, ossia quella di ricercare all'esterno le cause (e le responsabilità) delle nostre azioni, come se il timone della barca la conducesse qualcun altro e non noi stessi.

In realtà, anche nelle situazioni in cui la vita che conduciamo sembra essere orientata da forze esterne, un occhio più attento ci permetterà di riconoscere quanto siamo noi a legittimare altre persone a definire la traiettoria della nostra vita.

In questo senso, siamo nuovamente noi a dargli una direzione, che è quella del “decidi tu per me”.

La logica del “decidi tu per me” è così palese e soverchiante col Coronavirus (che sembra aver derubato tutta la nostra libertà) che rischiamo di perdere di vista il fatto che siamo, anche in questa situazione (e direi ancor più che in altre) padroni e responsabili della nostra esistenza.

Sta a noi capire se la vita che conducevamo ci soddisfaceva, sta a noi sentire se le emozioni che stiamo sperimentando sono eccessive.

Sta a noi perdonarci se abbiamo vissuto come non volevamo.

Il Coronavirus ha imposto (in alcuni casi drammaticamente) una nuova forma di libertà.


Il mondo che troveremo fuori sarà così diverso che siamo legittimati ad abbandonare ciò che di nostro non ci piace più e accogliere la possibilità del NUOVO.

Ci dobbiamo immaginare il futuro come una pagina bianca: sta a noi definire quali punti del passato lasciare e quali cancellare perché non fanno più parte di noi.

Vi accorgerete, con un misto di speranza e libertà, che non ha più senso procrastinare quando la voglia di novità nella vostra vita è così forte.

È dal dramma più cupo che stiamo vivendo che nasce, finalmente, la consapevolezza che possiamo essere, da ora in poi, tutto quello che non ci permettevamo di essere prima.



Buona rinascita!

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